Articolo di Mario Mazzetti di Pietralata
I disturbi del comportamento alimentare sono spesso sotto gli occhi di tutti ma non tutti vogliono o sanno vedere. E’ molto facile mangiare troppo. Il totale delle calorie giornaliere che il vecchio Istituto della Nutrizione aveva suggerito tanti anni fa, quando ero giovane, era giusto dal punto di vista teorico ma sbagliato dal punto di vista pratico perché non teneva conto dell’irregolarità degli stili di vita, l’alternanza dei momenti di grande attività fisica, con quelli di inattività totale.
Poi è stato inventato computer, il cellulare (così non andiamo neanche a rispondere al telefono fisso), le scale mobili, i motorini, le automobili e non ci siamo mossi più ed è dilagato il soprappeso e l’obesità. Ottanta anni fa regnava in Italia la fame e nessuno si sarebbe posto il problema di un rischio di obesità anche perché in alcune regioni l’obesità era un segnale di benessere economico delle famiglie e la esibivano con fierezza.
Quando non ci muoviamo è sufficiente mangiare molto meno di quanto sia indicato. Solo così tenendo ben presente come potremo spendere le calorie introdotte potremo ottenere un peso giusto. Un discorso diverso va fatto per gli sportivi, perché loro hanno bisogno di un regime alimentare speciale. La scienza dell’alimentazione suggerisce che dovremmo fare sempre la prima colazione perché dopo il digiuno notturno il cervello ha bisogno di zucchero per funzionare. La stessa scienza suggerisce che bisognerebbe introdurre il 20 % delle calorie che totalizzeremmo nelle 24 ore.
Ma chi è in grado di prevedere cosa mangeremmo durante la giornata? La colazione offre allo sguardo cibi prelibati buoni da vedere e da mangiare. Avete certamente presenti le tavole imbandite degli alberghi italiani come quelli di tutto il mondo, dove si offre una prima colazione sfarzosa. In albergo si mangia di tutto: dolci, salati, formaggi, insaccati, lieviti, focacce, torte, yogurt, frutta, marmellate e chi più ne ha più ne metta. Una colazione che a casa non avremmo fatto mai ancorati al caffè o al caffè e latte con il pane e la marmellata. Questa scorpacciata mattutina in albergo, compresa nel prezzo, dovrebbe tenere lontani gli ospiti dal ristorante per il pranzo. Qualcuno si asterrà, forse per risparmiare, ma molti specie in Italia si ritroveranno negli snack bar, nelle tavole calde, nelle pizzerie a taglio e faranno un’altra scorpacciata per finire tutti a cena per godersela allegramente. Chi mangia troppo poco in modo coatto ed ossessivo dovrebbe essere aiutato ma per questo sarebbe necessaria la consapevolezza senza la quale non si combina alcunché. I centri di ascolto per genitori e pazienti a disagio sono presenti su tutto il territorio nazionale. Solo così si possono trovare le persone capaci di prestare aiuto dare una mano intelligente senza spendere soldi e senza conseguenze per la salute. Basta chiedere. Quando si mangia tanto o troppo poco si vive un disagio che non si sa controllare. La pienezza della porzione fa parte integrante del senso di sazietà che si proverà dopo aver mangiato. Per questo è intelligente la proposta di non usare piatti troppo grandi nei quali la parte occupata dalla porzione è troppo piccola. Quanta gente è andata a cena in un ristorante della nouvelle cuisìne e ha visto passare sotto i propri occhi piatti molto grandi con una piccola porzione di cibo al centro, qualche ghirigoro d’insalata usata come ornamento. Anche l’occhio vuole la sua parte. I piatti da frutta sembrano fatti apposta per soddisfare il colpo d’occhio e contenere il volume della porzione. Non provate forse una gran delusione quando vi regalano una scatola di cioccolatini che non pesa niente perché contiene pochi pezzi? Non è forse più elegante regalare una scatola di cioccolatini piccola ma piena e pesante?