La leggenda narra che il figlio epilettico di un ricco avvocato di New York fosse stato curato dal dottor Conklin grazie a prolungati cicli di digiuno alternati a brevi periodi di reinserimento di alcuni cibi. Nel 1921 il dottor Wilder della Mayo Clinic propose che la produzione di un’adeguata aliquota di corpi chetonici potesse essere ottenuta sostituendo le lunghe sessioni di digiuno con la creazione di uno squilibrio alimentare a favore dei grassi e a discapito dei carboidrati. La dieta ipotizzata da Wilder fu messa in pratica dal dottor Peterman, che nel 1924 rese pubblici i suoi primi dati. Le linee guida italiane e internazionali considerano la dieta chetogenica un trattamento non farmacologico efficace per pazienti che presentano forme di epilessia che non rispondono ai farmaci o la cui assunzione provoca effetti collaterali talmente gravi da non permetterne l’uso.
Tuttavia, l’utilizzo della dieta chetogenica è tornato alla ribalta negli anni 90 e da allora si è sempre più diffusa. In particolare, negli ultimi anni si è registrato un nuovo interesse della comunità scientifica nei confronti della dieta chetogenica oltre che per il trattamento dell’obesità anche per quello del diabete, della sindrome metabolica, di alcune patologie neurologiche come Alzheimer e Parkinson e di alcune forme tumorali.
Il nostro organismo ha a disposizione diverse forme di accumulo di riserve delle quali la più consistente è quella rappresentata dal tessuto adiposo. La fonte di energia prediletta dalla maggior parte dei nostri organi e tessuti è il glucosio, tuttavia quando il glucosio scarseggia la maggior parte di organi e tessuti utilizzano come fonte di energia gli acidi grassi oppure, attraverso un processo chiamato gluconeogenesi, convertono altre sostanze, soprattutto alcuni aminoacidi come alanina e glutamina, in zuccheri.
Alcuni organi e tessuti come il cervello e il Sistema Nervoso Centrale, i globuli rossi, e le fibre muscolari di tipo II non sono in grado di utilizzare gli acidi grassi liberi e quindi quando vi è carenza di glucosio vanno ad utilizzare come fonte di energia i corpi chetonici.
I corpi chetonici sono sostanze che derivano dalle scorte lipidiche e la loro concentrazione è molto ridotta in condizioni normali ma aumenta notevolmente in situazioni come un digiuno prolungato o un lungo periodo senza introduzione di carboidrati. L’aumento della concentrazione di corpi chetonici nel sangue è una condizione del tutto naturale chiamata chetosi. In realtà, la chetosi non è nulla di “estraneo” in quanto è naturalmente presente anche al mattino dopo il digiuno notturno o dopo intensi e prolungati sforzi fisici e muscolari.
La Dieta Chetogenica si sviluppa su un principio piuttosto semplice: quasi totale assenza di carboidrati e grande apporto di proteine e grassi animali, in questo modo i grassi svolgeranno l’azione di combustibile e il tuo organismo andrà ad attingere l’energia di cui necessita dalle tue riserve adipose. I chetoni in eccesso vengono eliminati attraverso la respirazione in forma di acetone, che impartisce il caratteristico fiato acetosico, e tramite le urine.
Gli elementi alla base della dieta chetogenica sono essenzialmente due:
Per quanto riguarda le proteine, il loro contributo viene mantenuto su valori di poco superiori a quanto indicato nelle linee guida, intorno a 1-1,5 g per kg di peso corporeo. Ovviamente le proteine devono provenire da alimenti poveri di grassi come pesce, carne e yogurt, quest’ultimo in quantità limitate.
L’apporto di grassi dovrebbe oscillare tra i 20 e i 60 grammi al giorno (olio extravergine di oliva e pesce). Da evitare carni grasse, salumi, formaggi stagionati, margarina.
Il consumo di verdure a ridotto contenuto di zuccheri è permesso in quantità libera. Non è permesso il consumo di nessun tipo di frutta e di quelle verdure a elevato contenuto di carboidrati come rape rosse e carote cotte.
Integratori di sali vitamine, vitamine e acidi grassi omega 3 divengono necessari. Estremamente importante diviene l’elevato consumo di acqua durante la fase di dieta, intorno ai 2 litri giornalieri.
Le diete chetogeniche sono diete volutamente sbilanciate che hanno senso se c’è una chiara indicazione da parte di un professionista e richiedono un monitoraggio periodico delle analisi del sangue e delle urine e l’assunzione quotidiana di sali minerali e vitamine. Ovviamente la dieta chetogenica non può essere protratta indefinitamente. La maggior parte degli studi suggerisce che il piano alimentare chetogenico possa essere utilizzato per un periodo di 8/12 settimane. Al termine del percorso chetogenico il paziente deve essere guidato al progressivo reinserimento di alimenti contenenti carboidrati, con un passaggio graduale fino ad arrivare ad una vera dieta mediterranea.
Nella sua variante dimagrante, la dieta chetogenica viene proposta nel trattamento dell’obesità severa, della sindrome metabolica e nei pazienti candidati alla chirurgia bariatrica. Al contrario, la dieta chetogenica è controindicata in:
Più di altri regimi dietetici, la dieta chetogenica non può essere “fai-da-te” e dev’essere seguita solo sotto la guida di un esperto dell’alimentazione.
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