Vaccino antinfluenzale: chi, quando, come e perché farlo

Innanzitutto chiariamo cosa è l’influenza: si tratta di una malattia provocata da virus (virus influenzali) che infettano le vie aeree (naso, gola, polmoni). Molto spesso si fa confusione, etichettando come influenza quello che in realtà è solo un’affezione delle prime vie respiratorie, sia di natura batterica che virale, che possono presentarsi con sintomi molto simili. E’ necessario in questi casi rivolgersi al medico poichè si rischierebbe di assumere farmaci totalmente inutili per la malattia in corso, quindi di debilitare ulteriormente il nostro organismo. Per evitare o ridurre di molto la sintomatologia si può ricorrere al vaccino antinfluenzale.

Photo credit: Dfuhlert by pixabay

Per chi è consigliabile il ricorso al vaccino antinfluenzale?

Sulla base della Circolare del Ministero della Salute “Prevenzione e controllo dell’influenza: raccomandazioni per la stagione 2017-2018”, la vaccinazione antinfluenzale è raccomandata per:

  • Soggetti di età pari o superiore a 65 anni
  • Vaccino antinfluenzale bambini di età superiore ai 6 mesi, ragazzi e adulti fino a 65 anni affetti da patologie che aumentano il rischio di complicanze da influenza:
    • malattie croniche a carico dell’apparato respiratorio (inclusa l’asma grave, la displasia broncopolmonare, la fibrosi cistica e la broncopatia cronico-ostruttiva-BPCO)
    • malattie dell’apparato cardiocircolatorio, comprese le cardiopatie congenite e acquisite
    • diabete mellito e altre malattie metaboliche (inclusi gli obesi con BMI >30)
    • insufficienza renale/surrenale cronica
    • malattie degli organi emopoietici ed emoglobinopatie
    • tumori
    • malattie congenite o acquisite che comportino carente produzione di anticorpi, immunosoppressione indotta da farmaci o da HIV
    • malattie infiammatorie croniche e sindromi da malassorbimento intestinale
    • patologie per le quali sono programmati importanti interventi chirurgici
    • patologie associate ad aumentato rischio di aspirazione delle secrezioni respiratorie (ad es. malattie neuromuscolari)
    • epatopatie croniche
  • Bambini e adolescenti in trattamento a lungo termine con acido acetilsalicilico, a rischio di Sindrome di Reye in caso di infezione influenzale
  • Donne che all’inizio della stagione epidemica si trovano nel secondo e nel terso trimestre di gravidanza
  • Individui di qualunque età ricoverati presso strutture per lungodegenti
  • Medici e personale sanitario di assistenza
  • Familiari e contatti di soggetti ad alto rischio
  • Soggetti addetti a servizi pubblici di primario interesse collettivo e categorie di lavoratori
    • Forze di polizia
    • Vigili del fuoco
    • Altre categorie socialmente utili potrebbero avvantaggiarsi della vaccinazione, per motivi vincolati allo svolgimento della loro attività lavorativa; a tale riguardo, è facoltà delle Regioni/PP.AA. definire i principi e le modalità dell’offerta a tali categorie.
    • Infine, è pratica internazionalmente diffusa l’offerta attiva e gratuita della vaccinazione antinfluenzale da parte dei datori di lavoro ai lavoratori particolarmente esposti per attività svolta e al fine di contenere ricadute negative sulla produttività.
  • Personale che, per motivi di lavoro, è a contatto con animali che potrebbero costituire fonte di infezione da virus influenzali non umani (allevatori, addetti all’attività di allevamento, addetti al trasporto di animali vivi, macellatori e vaccinatori, veterinari pubblici e libero-professionisti)
  • Vaccino antinfluenzale quando farlo?

    Il periodo più indicato per la vaccinazione va da ottobre a fine novembre, ossia nel periodo immediatamente precedente la diffusione della malattia. Una vaccinazione molto “anticipata” potrebbe rivelarsi inutile, dato che l’immunità data da questo vaccino si esaurisce nell’arco di 6-8 mesi. Il picco di influenza si registra in Italia solitamente nel periodo dicembre-febbraio. Il Ministero della Salute avvia ogni anno una campagna di vaccinazione antinfluenzale nei mesi di ottobre – novembre: questo è il periodo migliore per vaccinarsi!

  • Come vaccinarsi

    Il vaccino antinfluenzale si somministra intramuscolo, solitamente attraverso una siringa particolare che consente la somministrazione intradermica. Una dose è sufficiente a garantire la protezione. I bambini che ricevono per la prima volta la vaccinazione e che hanno meno di 9 anni dovrebbero ricevere 2 dosi. Fino a 3 anni di vita, si usa per ogni somministrazione mezza dose, pari a 0.25 ml. Si può richiedere la vaccinazione al proprio medico di famiglia o rivolgersi presso i servizi territoriali di prevenzione. E’ inoltre possibile acquistare il vaccino direttamente in farmacia, previa prescrizione medica.

    Vaccino antinfluenzale effetti collaterali e controindicazioni

    Il vaccino antinfluenzale non provoca effetti collaterali di rilievo, salvo rare eccezioni. Soprattutto quando ci si vaccina per la prima volta, è possibile che, a distanza di 6-12 ore dalla vaccinazione, compaiano sintomi di tipo influenzale (febbre, dolori muscolari, mal di testa, brividi) che durano 1-2 giorni. Ovviamente non va somministrato il vaccino in soggetti che presentano già i sintomi dell’influenza, mentre nel caso di malattie autoimmuni, solo il medico potrà decidere se vaccinare o meno, valutando attentamente il rapporto tra rischi e benefici.

  • ATTENZIONE: Le informazioni contenute sul sito hanno esclusivamente scopo informativo. In nessun caso possono costituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento, e non intendono e non devono in alcun modo sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. Si raccomanda di chiedere sempre il parere del proprio medico curante e/o di specialisti riguardo qualsiasi indicazione riportata.
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