I fumatori in Italia sono inspiegabilmente ancora più di 10 milioni. La popolazione è come addormentata e inerte, e tollera che gli interessi economici di alcuni prevalgano sull’interesse di tutti gli altri. Il tabacco è proprio l’esempio prototipico di come gli interessi di pochi predoni riescano a far soffrire tanti altri. Il tabacco peraltro non è certo l’unico esempio: basti pensare che la crisi economica che ci affligge dal 2008 non ha cause molto diverse. Si tratta sempre del predominio del denaro su ogni valore morale e materiale.
Gran parte delle responsabilità peraltro gravano, a mio avviso, anche sul silenzio compiacente delle Istituzioni e dei mass media. Da anni il nostro Governo non prende alcuna iniziativa contro il tabacco e i media tacciono. C’è da chiedersi, come gli Inglesi, “Is the government still serious about reducing smoking?” (Arie S., BMJ 2017). Sappiamo bene che questo silenzio è determinato da cause ben precise, specie dalle grandi disponibilità economiche dei produttori e dalla loro abilità di corrompere e di fare pubblicità occulta, di bloccare le azioni di contrasto e di mistificare: l’ultima fake news è che il fumo previene il contagio da SARS-CoV-2 (!!), ma la storia di bugie e falsità è lunga 100 anni. Recentemente il nuovo CEO della Philip Morris International nel suo discorso di insediamento ha affermato che la sua società vuole arrivare ad eliminare l’uso del tabacco combusto in favore di succedanei che siano innocui, mettendo anche a disposizione le sue tecnologie per nuove forme di somministrazione farmaceutica, specie ad uso palliativo. In altre parole Philip Morris si avvicina al mondo della salute anziché a quello della dipendenza ed entrerebbe nel mondo della sanità.
Alla luce di questa realtà, io penso che è illusorio attendersi significative azioni di contrasto istituzionali che cambino le cose, e che la difesa della salute di tutti debba essere affidata alla popolazione. Solo se la popolazione saprà premere con forza sulle Istituzioni, queste si muoveranno a contrastare il tabacco. Occorre quindi una mobilitazione di massa e mi chiedo se non sia il momento di attivare un Movimento contro il fumo (o di difesa della salute pubblica) che coinvolga oltre ai già impegnati soggetti istituzionali, anche attivisti di varie Associazioni e Movimenti insieme alle Società Scientifiche, alle Associazioni di persone che hanno subito danni dal fumo e ai Movimenti ambientalisti. Più precisamente:
- Istituto Superiore di Sanità (guida e coordinamento)
- Società Scientifiche e FISM
- Movimenti ambientalisti (Lega Ambiente, WWF, Italia Nostra)
- Associazioni di pazienti danneggiati dal fumo (BPCO, cancro, cardiopatici, asmatici, bambini)
- Lega Italiana per la Lotta Contro i Tumori e Associazioni contro il cancro
- Agenzia Nazionale per la Prevenzione
- Smoke Free Europe (Antonella Carbone)
- Associazioni di animalisti
- Comunicatori, inclusi influencer
- Finanziatori.
Un Movimento contro il fumo quindi che possa anche sollecitare l’attenzione di finanziatori e professionisti dei nuovi modi di comunicazione, capaci di far sapere agli Italiani quanti artifici, bugie e azioni corruttive vengano messi in atto dai produttori.
A mio avviso, questo Movimento dovrebbe iniziare la propria azione chiedendo con forza l’attuazione di iniziative che non richiedono nuove leggi, ma che utilizzano quelle già esistenti, quali:
➊ Non riconoscere come diritto l’abbandono del posto di lavoro per fumare ➙ si fuma solo nell’intervallo pranzo o ricreazione.
➋ Nei gazebo o dehors dei bar e ristoranti valgono le stesse regole antifumo del locale primario.
➌ Le ASL fanno un piano di controllo sui luoghi di lavoro e le Forze dell’Ordine sui locali pubblici. I cittadini chiamano un numero verde per segnalare le situazioni irregolari e chiedere interventi.
➍ La dispersione dei mozziconi a terra deve essere oggetto di vigilanza e sanzionata senza eccezioni .
➎ E’ necessario investire per convertire le colture di tabacco in altre colture. Recentemente Coldiretti ha stipulato altri accordi con Philip Morris per la produzione del tabacco in Italia che già si colloca tra i principali produttori europei. E’ chiaro che se la filiera del tabacco e i relativi interessi aumentano, si allontana la possibilità di rendere meno forte la pressione della filiera sui decisori politici.
➏ I datori di lavoro possono inserire benefit per il personale non fumatore. Il datore di lavoro infatti spende di più per il dipendente fumatore (malattia, rischi incendio, inquinamento).
➐ Bisogna che i Comuni vengano premiati per l’estensione del divieto di fumo in aree pubbliche cittadine.
Il momento per riprendere con forza l’azione contro il tabacco mi sembra propizio anche perché sta decollando un Piano per la Resilienza e la Ripresa che mette in primo piano un rinnovamento ecologico da molto tempo atteso e auspicato e sappiamo che la salute umana è un tutt’uno con la salute dell’ambiente. In ogni caso penso che esso segni una svolta nella politica del Paese e dia a tutti noi e alle nostre iniziative rinnovato vigore per appoggiare il cambiamento.