Una dieta a base di cibi facilmente digeribili, chiamata dieta low FODMAP, è spesso la soluzione più adatta se si soffre di colon irritabile. Scopriamo di cosa si tratta!
Sindrome del colon irritabile (IBS)
Stitichezza o diarrea persistente, flatulenza, gonfiore e dolore addominale sono alcuni dei sintomi, a volte molto compromettenti per la qualità della vita che accusa chi soffre di sindrome del colon irritabile.
![Dieta FODMAP](https://salute.moondo.info/wp-content/uploads/sites/6/2018/07/stomach-3532098_640.jpg)
Esistono differenti ipotesi sulla causa della condizione, con ruoli importanti attribuiti ad infezioni dell’intestino, anomalie della motilità intestinale, stress e altri fattori. Tuttavia, non esistono né criteri diagnostici ben definiti né protocolli relativi al trattamento che, dal punto di vista medico, spesso consiste nell’utilizzo di antispasmodici o antidepressivi, con risultati relativamente modesti e effetti collaterali non trascurabili.
Poiché le cause di questa fastidiosa condizione sono ancora oscure, l’unico strumento nelle nostre mani è l’adozione di strategie che possano favorire la remissione o l’affievolirsi dei sintomi. Negli ultimi anni molti studi si sono concentrati nel valutare l’efficacia di interventi dietetici nel ridurre i sintomi della sindrome del colon irritabile: in particolar modo l’attenzione si è concentrata su diete low FODMAP.
Dieta Low FODMAP: alleata contro la sindrome del colon irritabile
La dieta low FODMAP è stata proposta per la prima volta come terapia dell’IBS nel 2001, da alcuni ricercatori australiani dell’università di Melbourne. FODMAP è l’acronimo di “Fermentabili Oligo-, Di- e Mono-saccaridi e Polioli” (Fermentable Oligosaccharides, Disaccharides, Monosaccharides and Polyols). In termini più comuni, i FODMAPs sono sostanze che hanno tre caratteristiche in comune. Esse sono:
- Scarsamente assorbite nell’intestino tenue;
- Molecole piccole in grado di richiamare acqua nel lume intestinale;
- Rapidamente fermentate dai batteri intestinali.
I batteri del colon digeriscono questi zuccheri formando vari gas tra cui idrogeno e metano. Si tratta di un processo del tutto normale e che nella maggior parte dei soggetti non produce alcun fastidio: in alcuni pazienti con sindrome del colon irritabile il fenomeno pare essere eccessivo e quindi in grado di determinare i fastidi riportati.
Dieta Low FODMAP: conosciamo meglio i FODMAP
Le molecole FODMAP altro non sono che carboidrati a corta catena, quali lattosio, fruttosio, fruttani, galattani e polialcoli.
- il fruttosio è presente nel cibo sia libero sia legato al glucosio a formare saccarosio (classico zucchero da cucina). E’ abbondante nel miele, in molti frutti e come sciroppo è ampiamente utilizzato nella produzione di cibo industriale (bibite, dolci..);
- i fruttani sono piccoli polimeri di fruttosio presenti nei cereali, in frutti (banana) e in molti vegetali: cipolla, aglio, carciofi;
- il lattosio è il disaccaride presente nel latte di tutti i mammiferi e il malassorbimento è facilmente identificabile con un semplice esame, il breath test;
- i galattani sono polimeri del lattosio molto abbondanti nei legumi, alimenti che sono uno dei cardini delle diete vegetariane e vegane;
- i polioli sono zuccheri quali sorbitolo, maltitolo e xylitolo. I polioli sono utilizzati come dolcificanti industriali e sono indicati dalle seguenti sigle: sorbitolo (420), xylitolo (967), mannitolo (421), maltitolo (965). Proprio per il loro blando effetto lassativo è obbligatorio indicarne presenza e possibili effetti collaterali nei cibi che li contengono.
Dieta Low FODMAP: non una dieta alla moda!
Secondo la teoria dei FODMAP limitando tali nutrienti si riducono i sintomi almeno nei tre quarti dei pazienti. Nella prima fase si eliminano totalmente i cibi ricchi di FODMAP, che vengono poi reintrodotti gradualmente al fine di capire quali e in quale quantità sono implicati nei disturbi descritti. Si tratta di una dieta che non può essere improvvisata e deve essere seguita secondo le indicazioni di un professionista che fornisce al soggetto informazioni dettagliate sui cibi da evitare completamente, su quelli da consumare con attenzione e su quelli che è invece possibile consumare liberamente.
Se nel corso della dieta si è verificata una riduzione dei disturbi, dopo un periodo che va dalle 2 alle 6 settimane, si potrà cominciare a reinserire in maniera attentamente controllata i vari alimenti ricchi di FODMAP: lo scopo è di determinare quali cibi, in quali quantità e con quale frequenza di consumo, siano in grado di scatenare i sintomi.
Ovviamente, la dieta low FODMAP non è una panacea per la cura dell’IBS. Si tratta piuttosto di un regime alimentare il cui fine è di ridurre i sintomi. Ha mostrato una buona efficacia. Oltre il 75% dei soggetti che la seguono registra decisi miglioramenti e, dopo la fase di reintroduzione, spesso permette di alzare la soglia di tolleranza nei confronti di cibi scatenanti.
![Dieta Low Fodmap](https://salute.moondo.info/wp-content/uploads/sites/6/2018/07/balloon-1046658_640.jpg)
La dieta low FODMAP è una possibile via da tentare per chi racconta spesso gonfiori, dolori addominali, intestino irregolare che non sia stato in grado di identificare una causa precisa per tali problemi.