Cronache della ASLCovid: il medico di famiglia è al fronte!

Covid: il medico di famiglia è al fronte!

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Il linguista Nicolò Tommaseo sosteneva che il medico “dovrebbe essere sacerdote e magistrato e oratore e milite nel suo ministero; pietà, sapienza, coraggio, eloquenza”. Tutte queste virtù, speriamo ci vengano in soccorso nelle prossime settimane.

Nella prevedibile, ma a quanto pare poco prevista, seconda ondata da Covid-19, sembra che a noi medici di famiglia, sia dato l’onere di gestire vaccinazioni antiinfluenzali con quantitativi di vaccini insufficienti per coprire gli assistiti a carico, gestire i presunti Covid positivi a domicilio senza nessun protocollo da seguire, prendere in carico nuovi pazienti, per i numerosi pensionamenti anticipati dei colleghi più anziani.

La campagna per le vaccinazioni è sostenuta solo da proclami, ma per ora non dalle dosi sufficienti, per quella che sembra essere una delle pochissime armi per creare una vera “immunità di gregge”, affinchè il virus dell’influenza circoli meno.

In questa bailamme quotidiana, siamo chiamati a fronteggiare più che uno stato d’emergenza uno stato d’impotenza, dove ogni giorno dovremmo fare di più, facendo nascere in noi un’intolleranza all’incertezza, per il timore di non essere abbastanza efficienti ed adeguati per quello che si sta prospettando per i prossimi mesi.

Siamo arrivati alle porte dell’autunno senza aver avuto indicazioni precise sulla gestione dei pazienti positivi a casa, ma tutto è riservato a nostra “scienza e coscienza”, cercando di gestire al meglio malati spaesati e ancora più confusi e allarmati.

Il medico di famiglia (e non “di base” come orrendamente ci titolano con una vena amarcord) è colui che si prende cura delle famiglie, addentrandosi nelle pieghe umane dei suoi componenti, curandoli e rassicurandoli, è questo che ci viene richiesto e per poterlo svolgere dobbiamo avere strumenti certi e credibili, per poterli spendere quotidianamente.

I grandi risultati si ottengono non tanto con azioni spettacolari, ma creando un habitus di ordine, di rispetto, di disciplina che dà, alla popolazione, sicurezza e coraggio. Tutta la nostra vita civile, la nostra sicurezza, è fondata sulla trama di regolarità che incarna l’etica della nostra civiltà.

Il camice bianco è simbolo di un ruolo codificato e del potere medico. Un potere che bisogna meritare e spenderlo come una buona moneta.


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