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Bioimpedenziometria: perchè viene utilizzata? La nutrizionista risponde

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Bioimpedenziometria (BIA) è la metodica attraverso la quale i nutrizionisti analizzano lo stato di idratazione, valutano la massa grassa e la massa magra e stimano il metabolismo basale.

Bioimpedenziometria: cosa ci permette di valutare?

Un aspetto prioritario, per chi vuole stare in salute (anche se normopeso), per chi vuole recuperare un sano peso forma o migliorare la performance sportiva è quello di conoscere la propria composizione corporea e il peso indicato dalla bilancia non ci fornisce informazioni complete.

Bioimpedenziometria
Bioimpedenziometro: strumento di analisi presente in studio
Foto by: Valeria Del Frate

Di fondamentale importanza per il nutrizionista è conoscere la composizione corporea del suo paziente. Ciò non vuol dire conoscerne solo il peso, ma significa capire in modo oggettivo ed analitico da cosa è composto (muscolo, acqua, grasso) e come queste componenti cambiano nel tempo. Infatti, per definire in modo accurato la composizione corporea di un individuo occorre stimare la percentuale di massa magra, costituita dall’apparato scheletrico, organi e muscolo, nonchè la quantità di liquidi così da capire se ci troviamo di fronte ad una condizione di disidratazione o ritenzione idrica e ovviamente stimare la percentuale di massa grassa (tessuto adiposo). La bioimpedenziometria ci dà informazioni su tutti questi aspetti, ma come?

Bioimpedenziomentria: come funziona?

La bioimpedenziometria va condotta sul paziente a digiuno da almeno tre ore e senza aver condotto attività fisica. Il paziente si distende con le gambe leggermente divaricate e braccia poco distanti dal corpo e mantiene la posizione supina per 10 minuti. Si tratta di una tecnica del tutto indolore che si esegue applicando 4 elettrodi cutanei: una coppia sul dorso della mano e una coppia sul dorso del piede.

I cavetti dell’analizzatore sono collegati con pinzette agli elettrodi che iniettano un impulso di corrente alternata a 50 kHz d’intensità, innocua per i tessuti (400 mA). La corrente penetra nel corpo del paziente e poi torna indietro allo strumento fornendoci dei valori di resistenza elettrica che vengono elaborati da uno specifico software.

Bioimpedenziometria
Bioimpedenziometro: analisi
By: www.medicalexpo.it

Il principio alla base della bioimpedenziometria è quello per cui i tessuti biologici si comportano come conduttori, semiconduttori o isolanti. Le soluzioni elettrolitiche intra ed extracellulari dei tessuti magri sono ottimi conduttori, mentre osso e grasso sono sostanze isolanti, e non vengono attraversati dalle correnti utilizzate.

Poiché la resistenza aumenta all’aumentare della massa grassa (perché il tessuto adiposo si comporta da isolante e non lascia passare la corrente elettrica) mentre diminuisce all’aumentare della massa magra (perché l’acqua e di muscoli si comportano da conduttore lasciando quindi passare la corrente) La tecnica ci permette in questo modo di determinare indirettamente le percentuali dei 3 compartimenti corporei: massa magra, massa grassa e acqua. Valutando quindi la resistenza indotta dai tessuti al passaggio della corrente, calcolata la reattanza, trascritti questi valori in un algoritmo che tiene in considerazione anche il sesso, età, peso ed altezza della persona, è possibile descrivere la composizione corporea del soggetto.

Bioimpedenziometria: perchè così utile per il nutrizionista?

Per capire l’utilità di questa tecnica, dobbiamo prima capire in modo semplice cosa significa dimagrire.

DIMAGRIRE SIGNIFICA SEMPRE ED ESCLUSIVAMENTE PERDERE MASSA GRASSA!

Per semplificare immaginiamo che il nostro peso sia la somma algebrica del peso dei 3 compartimenti:

MASSA MAGRA (massa muscolare, ossa e organi interni) + LIQUIDI (acqua intra ed extracellualre) + MASSA GRASSA (grasso di deposito e grasso di struttura)

Un esame bioimpedenziometrico professionale è in grado di misurare questi tre compartimenti e ci dice quale compartimento è aumentato, diminuito o rimasto invariato. Inoltre misura anche il metabolismo e le sue variazioni. Per capire l’importanza di questa tecnica per il nutrizionista facciamo qualche esempio immaginario:

  1. Maria è a dieta da 3 settimane e si presenta da me al controllo. Ha fatto sport come avevamo deciso, ha sgarrato solo una volta per una cena. La sua bilancia le dice che ha perso 3 kg. Ammettendo che il calo sia lo stesso anche con la mia bilancia, proseguo con l’esame bioimpedenziometrico. Risultati:

↑ aumento di massa muscolare di 0,5 chili (Maria ha aumentato l’introito proteico e ha svolto regolare attività fisica)

↓ perdita di 1,5 chili di acqua extracellulare (Maria soffriva di una leggera ritenzione idrica)

↓  perdita di di 2 chili massa grassa  (Maria ha rispettato la dieta e ha svolto regolare attività fisica)

Maria non è dimagrita 3.5 kg ma il suo dimagrimnto effettico è di 2 kg, tuttavia il risultato più importante è sicuramente laumento di massa muscolare.

  1. Carla è al suo controllo dopo 3 settimane di dieta. Non è riuscita a svolgere sempre attività fisica come avevamo programmato insieme. Carla però ha seguito molto scrupolosamente la dieta, senza sgarrare. La sua bilancia le dice che ha perso solo 4 etti (anche se sente i vestiti più larghi) proseguo con l’esame bioimpedenziometrico. Risultati:

↔ massa magra invariata (qualsiasi dieta senza attività fisica non aumenta se non di pochissimo la massa muscolare)

↑ aumento di 1,3 chili di acqua extracellulare

↓ perdita di 1,7 chili di massa grassa (Carla ha rispettato la dieta)

Carla non è dimagrita 4 etti ma 1.7 kg poiché l’aumento di acqua non è preoccupante poiché dovuto alla prossimità del suo ciclo mestruale e andrà via velocemente.

 






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