Oggi possiamo dire di vivere in un momento storico in cui l’ansia è una condizione molto diffusa e che genera preoccupazione continua. Ma… che cos’è l’ansia?
Cos’è l’ansia?
Uno stato d’ansia è una condizione di eccessiva preoccupazione, uno stato di allerta, in cui ciò che suscita la preoccupazione non è definito. La persona che vive un forte stato d’ansia non avverte paura per qualcosa di concreto, infatti, il più delle volte non riesce a definire per cosa. In generale un certo grado di ansia accompagna ogni passo della nostra vita e molto spesso è uno stimolo per superare gli ostacoli che ci si presentano. Tuttavia, ci sono ansie, dalle quali sembra che non possiamo metterci al riparo. Da un punto di vista sociologico, la condizione di ansia diffusa è generata dalle minacce alla sicurezza su scala globale, dalla crisi economica, dalla crescente difficoltà per i giovani di trovare una loro occupazione, dal diffuso disagio creato da una società che cambia molto rapidamente e offre pochi punti di riferimento stabili.
Una vita “liquida”
Il sociologo Zygmunt Bauman definisce la vita di oggi “liquida”, vissuta in condizioni di continua incertezza, con la paura di rimanere indietro, in un contesto in cui i legami, le relazioni, sia dal punto di vista lavorativo sia dal punto di vista affettivo, vengono a mancare. Si può, quindi, parlare di un’epoca che è caratterizzata da una sorta di ansia collettiva che finisce per compromettere la nostra capacità, sia come individui sia come comunità, di immaginare un futuro florido e sereno? Probabilmente sì. Oltre alle caratterizzazioni sociologiche l’ansia è oggetto di studi che ne indagano le basi celebrali e le manifestazioni consapevoli, con possibili ricadute sulle strategie terapeutiche. Il celebre scienziato Joseph Le-Doux, uno dei maggiori esperti delle emozioni come l’ansia e la paura, ritiene che l’ansia sia una normale risposta emotiva, presente nella nostra vita. E’ il prezzo da pagare per avere un cervello capace di immaginare il futuro, di ipotizzare ciò che può accaderci in particolare.
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Ci sono, tuttavia, anche situazioni in cui l’ansia diventa disfunzionale, interferisce con la vita di tutti i giorni, ci compromette le capacità di valutare i rischi reali a cui andiamo incontro e incide negativamente con la qualità della nostra vita. In questi casi la domanda da porci è: quando superiamo il giusto livello di ansia? In alcune circostanze personali il livello è soggettivo, poi quando l’ansia diventa il sentimento prevalente e comporta una compromissione nel comportamento con amici e familiari o sul rendimento lavorativo è necessario ricorrere al supporto psicoterapeutico e a volte anche ai farmaci.
Perché ci sono persone più ansiose di altre?
Sempre Joseph Le-Doux nel suo ultimo libro “Ansia”, ipotizza tre fattori di debolezza che possono condurre a un’elaborazione alterata della minaccia. Chi ne soffre non distingue le cose sicure da quelle pericolose e amplifica l’importanza delle minacce percepite. Dei tre fattori il primo è riscontrato in componenti genetiche e cerebrali innate, il secondo è dato dalle tendenze psicologiche generali della persona, tra le quali emerge la valutazione delle situazioni come difficili o impossibili da controllare sotto il profilo cognitivo o comportamentale. Il terzo è relativo alle esperienze di apprendimento: se si vivono nell’infanzia situazioni “non controllabili” si potrà essere più facilmente vittime di quelle situazioni.
Come si può contrastare?
Da evidenze scientifiche è comprovato che i farmaci riducono le risposte comportamentali, quindi agiscono sui circuiti automatici che non coincidono con quelli alla base dell’emozione consapevole. Alcune molecole riducono i fenomeni di evitamento (ad esempio le persone con ansia sociale sono maggiormente disponibili a partecipare ad eventi pubblici) però non intaccano lo stato ansioso soggettivo. Alla base dell’ansia c’è il sentimento spiacevole di apprensione, preoccupazione, angoscia che si prova quando si percepisce una mancanza di controllo nelle situazioni di incertezza e di rischio. Se non si agisce sulle basi di questo sentimento il trattamento sarà poco efficace. Qui entrano in gioco le psicoterapie in generale e più nello specifico la terapia ad approccio pluralistico integrato basato sull’integrazione di più approcci terapeutici, che consente di padroneggiare diversi strumenti e tecniche operative, utili ad adattare la terapia al cliente e alle sue specifiche caratteristiche, rendendo in questo modo il trattamento maggiormente efficace. Per questo motivo una cura valida per l’ansia è data dall’unione della psicoterapia a nuovi farmaci nei casi in cui si ritengano necessari.
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