Al Museo dell’Agro Falisco di Civita Castellana (VT) dal 18 dicembre 2021 la Fondazione San Camillo Forlanini in collaborazione con il Museo di Storia della Medicina della Università Sapienza e con il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia, ha allestito una Mostra su “Il Ciclo della Vita”al tempo degli Etruschi, dalla nascita alla morte. Il primo allestimento fu a Roma a Villa Giulia, prima del Covid,nella primavera del 2019, con gran successo. L’attuale allestimento è stato realizzato al Forte San Gallo nella prestigiosa sala che fu la Cappella del Papa Alessandro VI e resterà aperta sino al 27 marzo 2022.
Gli esseri viventi nascono, si nutrono, crescono, si possono riprodurre e infine muoiono: è il ciclo della vita che si ripete all’infinito da che c’è il mondo. Il processo naturale si intreccia però con quello sociale e nell’intervallo tra la nascita e la morte ogni individuo affronta la transizione da una fase all’altra con modalità diverse a secondo del contesto storico nel quale vive.
Mentre i Greci e Romani ci hanno lasciato scritti di filosofia, di medicina e di diritto, non così gli Etruschi: le testimonianze archeologiche ci dicono, in ogni caso, che i passaggi fisiologici erano percepiti dalle genti dell’Italia antica come talmente importanti da essere posti sotto la protezione degli dei e sanciti da riti e cerimonie.
In un intreccio tra mondo etrusco italico ed attualità, i due poli estremi del percorso della vita, la nascita e la morte, si saldano nel tema eterno della sconfitta della malattia e della vecchiaia. È questo il filo conduttore della mostra”Il Ciclo della vita: nascere e rinascere in Etruria”, nella quale si intrecciano archeologia, storia della medicina e scienza medica in un percorso che dall’antichità giunge ai giorni nostri: la mostra è infatti frutto di un dialogo interdisciplinare.
Dopo l’esposizione romana nel Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia del 2019, la mostra in una veste rinnovata viene ora proposta per volontà dell’Amministrazione Comunale a Civita Castellana ed ospitata nel rinascimentale Forte San Gallo grazie alla disponibilità della Direzione Regionale Musei Lazio.
Il tema è trattato in linea con le forme della religiosità degli Etruschi e delle popolazioni vicine, come i Falisci, antichi abitanti della città di Civita Castellana, antica Falesci e del suo territorio, ai quali è dedicato il Museo del Forte San Gallo, popolazioni per le quali erano fondamentali la fecondità dei suoli e la fertilità umana per garantire la sopravvivenza della specie. Ce lo raccontano i doni offerti alle divinità che presidiavano alle nozze, alla fertilità femminile e maschile, sollecitate e favorite dal coinvolgimento dell’eros e proteggevano la maternità in tutte le sue fasi, dal momento del concepimento alla crescita dei figli. Queste offerte non dipingono però solo uno spaccato di vita sociale: attraverso l’analisi delle testimonianze archeologiche possiamo dedurre infatti quali fossero le conoscenze e le pratiche degli Etruschi in quest’ambito: basti pensare alla variegata gamma delle rappresentazioni degli uteri in terracotta per rendersi conto dell’attenzione riservata al tema della natalità.
Attraverso pillole di storie tratte dal mito e proiettate nell’immaginario delle genti etrusche fin dalla settimo secolo avanti Cristo si può inoltre comprendere come la naturale tendenza dell’uomo verso la sconfitta della malattia, della vecchiaia e della morte stessa, non sia un tema esclusivo dei nostri giorni caratterizzati da un’evoluzione tecnologica continua e da nuove frontiere della vita, quali trapianti d’organo e la chirurgia plastica ricostruttiva.
Prestigiosi vasi destinati al consumo del vino nei banchetti aristocratici dell’etrusca Caere ci raccontano i vani sortilegi della maga Medea per soddisfare il sogno dell’eterna giovinezza e l’impossibilità del possente Eracle di sconfiggere la vecchiaia e l’immortalità raggiunta da Arianna attraverso la fedeltà dell’amore coniugale di Dionisio e dallo stesso Eracle quale premio per il suo spendersi contro il male a favore dell’umanità .
La mostra quindi cerca di essere un fantastico viaggio a ritroso nel tempo, ritrovato sui disegni delle pareti delle tombe e delle suppellettili, vasi, monili, ex voto, statue provenienti dai tanti scavi di questa antica terra sede di una plurisecolare civiltà.
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