Milano, 20 gennaio 2018, impiantato microchip sotto la retina di una donna non vedente: delicato intervento durato circa 11 ore, condotto da un’equipe di specialisti di chirurgia vitreoretinica e oftalmoplastica dell’Unità di Oculistica, diretta da Francesco Maria Bandello. La paziente ha 50 anni e soffre fin da giovane di retinite pigmentosa, malattia genetica che provoca la graduale riduzione della vista. I primi sintomi sono iniziati durante l’adolescenza. In seguito la visione si è gradualmente ridotta fino a esaurirsi totalmente. Ora la paziente, dimessa dall’ospedale, attende l’accensione del microchip che stimolerà gradualmente la retina, permettendole di imparare nuovamente a vedere.
La protesi sottoretinica hi-tech è un vero e proprio modello di retina artificiale. Si tratta di un microchip di circa 3 millimetri e 1600 sensori, in grado di restituire una visione indipendente. Senza la necessità di supporti esterni, come occhiali o telecamere. Prodotto dalla compagnia Tedesca Retina Implant, il microchip, denominato Alpha Ams è stato pensato per persone che hanno perso la vista in età adulta, a causa di gravi malattie genetiche della retina, come la retinite pigmentosa.
Il dispositivo permette di ripristinare la percezione delle sagome di oggetti e persone, e della luce. Come spiegano gli esperti, si tratta “del sistema di visione artificiale più evoluto al mondo”.
I fotorecettori ormai non più funzionanti vengono sostituiti da un fotodiodo, un microscopico apparato elettronico in grado di trasformare la luce in uno stimolo elettrico. Il microchip viene inserito al di sotto della retina, in corrispondenza della macula, in modo da stimolare il circuito nervoso che naturalmente collega l’occhio al cervello: in questo modo si sostituisce all’attività delle cellule non più in grado di fare il loro lavoro.
A finanziare interamente il primo impianto italiano di microchip sottoretinico, considerato il più evoluto sistema di visione artificiale al mondo, è Banca Mediolanum. Questa innovazione accende una speranza nelle persone affette da malattie genetiche ereditarie. E Massimo Doris, amministratore delegato di Banca Mediolanum è onorato di aver dato non solo un sostegno economico a questo progetto. Ma anche una totale fiducia nella riuscita, con la speranza di coinvolgere anche altri finanziatori che vorranno seguire il suo esempio.
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