La lotta all’obesità sembra essere divenuta uno degli obiettivi principali del mondo occidentale ed industrializzato, dati gli enormi costi sanitari derivanti dalla cura di pazienti in sovrappeso. In Italia ogni 100 bambini della terza elementare 24 sono sovrappeso e 12 obesi. Il 36% dei bambini presenta dunque problemi riconnessi ad una corretta alimentazione. Con l’aggravante che un bambino obeso da piccolo lo sarà quasi certamente anche da adulto.
“Occorre ricordare che un’iperalimentazione nei primi due anni di vita oltre a causare un aumento di volume delle cellule adipose, determina anche un aumento del loro numero; da adulti, pertanto, si avrà una maggiore predisposizione all’obesità ed una difficoltà a scendere di peso o a mantenerlo nei limiti, perché sarà possibile ridurre le dimensioni delle cellule, ma non sarà possibile eliminarle. Intervenire durante l’età evolutiva è, quindi, di fondamentale importanza, perché ci dà la garanzia di risultati migliori e duraturi” (Fonte Ministero della Salute).
Paradossalmente abbiamo da una parte un mondo in sovrappeso, dall’altra uno con scarsità di acqua e cibo. Cercare di equilibrare il consumo di risorse alimentari non è solo un problema “sanitario”, è anche e soprattutto un’esigenza morale.
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