È notizia comparsa pochi giorni fa su molti quotidiani della “nascita” di una bimba, Molly, il cui embrione è stato congelato 28 anni or sono. Ora, se è pur vero che siamo ormai abituati a progressi imprevedibili della scienza, della tecnica e ancor più li auspichiamo dalla Medicina soprattutto per la guarigione da malattie ancora inesorabili, questa notizia inaspettata ci impone alcune riflessioni.
Ripercorriamo la storia, così come è stata raccontata nelle pagine dei giornali. L’embrione di Molly è stato donato nell’ottobre 1992 e subito congelato in azoto liquido a -195° presso una Onlus cristiana del Tennessee che normalmente conserva embrioni per il concepimento in vitro di altre coppie che seguono un percorso di procreazione assistita e che decidono, dopo aver completato la loro famiglia, di non utilizzare e di donare anonimamente. In quel momento la sua mamma di oggi aveva appena due anni, non pensava a Molly e non sapeva che già “esisteva” in embrione quella che sarebbe diventata sua figlia. L’embrione di Molly è stato poi “adottato” nel febbraio 2020 dalla coppia, e due mesi fa Molly è ufficialmente nata.
Ma Molly quando è nata? Vero è che per ciascuno di noi la data di nascita corrisponde al giorno in cui abbiamo visto la luce del mondo, e in genere, a meno di parti prematuri, la data del concepimento, ovvero l’incontro tra ovulo e spermatozoo da cui si genera l’embrione, corrisponde a nove mesi prima e nessuno ha mai pensato di spostare artificialmente il tempo tra concepimento e nascita. Fin qui è tutto fisiologico, normale, naturale. Per Molly non è stato così. Qualcuno del secolo precedente, nel 1992, ha deciso che non era il momento giusto per farle vedere la luce del mondo, in quel momento lei non doveva essere aspettata. E invece lei ha dovuto aspettare 28 anni perché qualcun altro decidesse che finalmente era venuto il suo momento e quindi poteva venire alla luce.
Tra l’altro Molly nasce e trova una sorellina, Emma, di due anni, nata da un embrione congelato che apparteneva sempre alla stessa coppia di origine, quindi ha una sorellina vera! È come il trapianto di una famiglia in un’altra famiglia, si spera senza rigetto!
Tutto questo è davvero un progresso della scienza medica, sembra di stare nel “Mondo Nuovo” di Aldous Huxley, siamo arrivati a spostare la data di nascita! Sì, perché fisiologicamente Molly doveva nascere nel 1992, quando la sua mamma di oggi aveva due anni! Quindi la sua mamma di origine era un’altra, oppure sarebbe giusto dire che la sua mamma è un’altra? Meglio non intraprendere ora questo argomento perché ci porterebbe a considerazioni che sfiorano la materia legale. Comunque la mamma adottiva di Molly ha affermato con naturalezza che, considerando il momento del concepimento di entrambe le figlie Emma e Molly e il suo, potrebbero essere considerate tutte e tre coetanee con pochi anni di differenza, ma cerchiamo di evitare confusioni.
Considerazioni sulla Procreazione Medicalmente Assistita
- Posso decidere di “mettere da parte” per tempi migliori un embrione, per quando mi servirà o mi piacerà;
- Ma se non mi piacerà, o non mi servirà più perché ho deciso che la mia famiglia è al completo, potrà essere “adottato” da altre coppie che magari non sono in grado di concepire per vari motivi e che possono così soddisfare il legittimo desiderio di avere un figlio che considereranno loro figlio, ma che in realtà è figlio di altra coppia presumibilmente non nota: su questo non c’è dubbio, il patrimonio genetico è di chi l’ha concepito, non di chi l’ha adottato!
- Una coppia che decide di adottare un embrione potrebbe avere la facoltà di sceglierlo tra diverse possibilità; non so dire se questo sia accaduto per Molly, ma verosimilmente sì perché gli attuali genitori adottivi, dopo la loro prima esperienza andata a buon fine, avranno preferito adottare un embrione fratello/sorella di Emma; anzi sicuramente avranno deciso di volere una sorellina per Emma piuttosto che un fratellino se vi era, come presumibile, la possibilità di scegliere il sesso;
- Sarà davvero indolore essere concepiti in un secolo e nascere in un altro? Quando Molly, o anche la sua sorellina Emma, sapranno che avrebbero potuto vedere il mondo quasi trent’anni prima, vivendo quegli anni non vissuti e magari risparmiandosi il peso degli ultimi trent’anni forse non piacevoli con chi potranno prendersela? Non certo con il destino, come spesso si fa, perché il loro destino è stato volutamente manipolato. Vero è che nessuno decide da solo di venire al mondo, in genere ci sono sempre una madre e un padre che decidono di farci nascere, ma ora una prima coppia può decidere anche di farci “pre-nascere” e una seconda coppia di farci nascere, o potrebbe anche accadere che non ci sia qualcuno per questa seconda fase, e che aspettiamo congelati inutilmente?
- Ma davvero quando inizia la “vita”? Al momento del concepimento? Un embrione è già vita, vita potenziale? Durante la gestazione? Quando davvero vediamo la luce del mondo?
- Qualcuno può decidere di farci nascere o non nascere?
- Siamo di fronte ad un aspetto “buono” della Medicina, il progresso ci permette di far nascere figli da coppie che non possono realizzare naturalmente il desiderio di averne, ma dobbiamo stare attenti ai limiti; se da un lato l’eugenetica ci permette di salvaguardare patrimoni genetici indenni rispetto ad altri, siamo però ad un passo dalla pericolosa selezione descritta nel romanzo di Huxley.
- E se iniziassimo a pensare che il congelamento così efficiente degli embrioni possa essere altrettanto efficiente per chi non volesse morire e si facesse congelare per ri-nascere scongelandosi un po’ di anni dopo per realizzare un intrinseco e pericoloso desiderio di immortalità, o semplicemente per ri-nascere quando magari sono state trovate le giuste terapie di una malattia che ci affligge? Sapremo adattarci ad un mondo futuribile diverso dalle nostre abitudini al tempo del congelamento o ci costringiamo ad un pericoloso stress da adattamento al nuovo mondo?
Sono interrogativi che dobbiamo porci specie in considerazione delle centinaia di migliaia di Molly attualmente conservate. Tutte le decisioni che comportano un atto medico, e con la Procreazione Medicalmente Assistita il concepimento diviene un atto medico, non possono sottrarci da una imparziale valutazione che attiene al calcolo rischi/benefici legato alla procedura che coinvolge la libera adesione dei soggetti coinvolti in un quadro valoriale condiviso. Nel desiderio di poter valutare come ‘buona opportunità’ questa scelta è necessario soffermarci analiticamente sui diversi aspetti che hanno ‘fatto vedere la luce’ a Molly ed Emma:
- I genitori, detentori del patrimonio genetico delle sorelline, hanno pianificato 23 anni fa di ‘donare’ embrioni; ora, pur non addentrandoci in argomentazioni di natura antropologica o religiosa, possiamo, universalmente, riconoscere che la crioconservazione di un embrione non è la stessa ‘cosa’ che congelare una cellula germinale. Potenzialmente, poste in adeguate ‘condizioni’, avrò tra le braccia Molly ed Emma. Come possono due genitori pianificare il desiderio di ‘genitorialità’ e poi ‘sospenderlo’ in azoto liquido? Questi genitori come avranno trascorso questi 23 anni in cui hanno accompagnato la crescita di altri figli ‘immaginando’ i loro embrioni ‘donati’? Ma, soprattutto, è genitore chi ti accoglie, ti ama, ti custodisce e ti pone nelle condizioni di ‘affrontare’ il mondo pensiamo alla splendida realtà determinata dall’Istituto delle Adozioni. Queste sorelline naturalmente ci fanno domandare: chi è mamma e chi è papà? Chi pianifica ed organizza la tua ‘sospensione’ in azoto liquido o chi, malgrado la tua ‘sospensione’, desidera e si adopera perché ‘tu veda la luce’?
- Non esistono, nella letteratura scientifica, dati certi circa lo sviluppo che accompagnerà la vita di queste sorelline; certo ci sono dati di laboratorio sulle procedure legate alla crioconservazione del materiale biologico ma un embrione è un ‘materiale biologico’ complesso e strutturato non sappiamo, ad oggi, se nella loro crescita incontreranno delle ‘difficoltà’ legate alla crioconservazione. E’, sotto il profilo legato all’ottenimento di un bambino sano, opportuna la scelta di un embrione congelato per così lungo tempo? Avendo ben presente che si avvia un percorso legato alla Procreazione Medicalmente Assistita Eterologa, al fine di permettere alla coppia di avere un figlio, è stata la decisione clinica più opportuna proporre un embrione conservato da 23 anni o una occasione per osservare come ‘sarebbe andata a finire’ l’impianto di un embrione così vecchio?
- Per quanto riguarda l’aspetto attinente alla libertà di adesione ad un percorso terapeutico, condizione che legittima una proposta terapeutica condivisa, possiamo, legittimamente, nutrire alcune perplessità: la coppia che ha adottato questi embrioni vecchi di 23 anni è stata adeguatamente informata circa la ‘novità’ che rappresentava la eventuale nascita delle piccole in termini di rischi non prevedibili? Per quanto riguarda le sorelline Emma e Molly non potendo ‘esprimere’ il loro assenso e non essendo l’assenso dei genitori espressione loro, dobbiamo valutare l’opzione fondandola sul Principio di Beneficialità. Si è operata una scelta che comportasse l’affermazione del Principio di Beneficialità?
La Medicina, il progresso in genere, dovrebbero essere strumenti a nostra disposizione per migliorare l’esistenza, ma a volte rischiamo di essere travolti dal progresso, non lo gestiamo più e ne rimaniamo, più o meno inconsapevolmente, vittime.
Comunque, auguriamo “buona vita” a Molly ed a Emma, perché la loro non è più una favola ma una vita reale!